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I nostri dubbi sulle modifiche regolamentari della U14

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Care colleghe, cari colleghi, i campionati giovanili stanno iniziando in queste ore e, a loro rivolto, è stato da poco emanato un nuovo regolamento, che abbiamo inoltrato ai nostri associati via email (in attesa che venga pubblicato anche sul sito della FIR, a campionati già iniziati). Non entriamo nel merito delle motivazioni dell’introduzione di certe modifiche per l’U14, ma non possiamo esimerci dal fare delle osservazioni sostanziali. Si parla di “cambi volanti”, puro neologismo del Rugby, sulla cui interpretazione stanno già circolando voci preoccupanti. Non semplici pettegolezzi: c’è discordanza profonda tra le interpretazioni date in diverse regioni. E’ chiaro che sarà difficile garantire un’interpretazione uniforme su tutto il territorio nazionale. Il regolamento della World Rugby usa termini precisi per normare le sostituzioni a rotazione. Non pare sia questo il caso per i nostri campionati U14.Similmente, molti dubbi sono sorti sul “placcaggio consentito solo sotto la vita”. Un caleidoscopio di casistiche e sfaccettature è emerso nei corsi di aggiornamento, non c’è chiarezza alcuna su come agire. Un regolamento ben scritto avrebbe definito chiaramente la fattispecie vietata e la relativa sanzione.Tra una norma e l’altra, compaiono numerose note pedagogiche e tecniche. Possiamo comprendere il senso delle prime, ma a che pro inserire in un regolamento delle indicazioni proprie di un prontuario per gli allenatori? Come definire una norma che recita: “è obbligatorio che tutti i giocatori di riserva siano impiegati durante l’incontro con un tempo consistente e congruo al fine di determinare in loro divertimento ed apprendimento”? Chi e come deve quantificare il “congruo e consistente”? E’ una responsabilità dell’arbitro? Non sappiamo di preciso come mai gli estensori di questo regolamento, tra cui figura Daniele Pacini (consigliere CNAr che non ha mai arbitrato), non abbiano preventivamente consultato i tecnici arbitrali. Non vogliamo, infatti, credere che delle storture siano state avallate senza obiezione da chi, invece, si occupa di regolamento. Le esigenze dei tecnici sono essenziali per far evolvere le regole, ma la loro scrittura non deve e non può essere lasciata in mano a chi non ha competenze in merito. ARIA

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