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Il delicato tema dei rimborsi

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ARIA ha realizzato uno studio volto ad analizzare le tempistiche con cui vengono corrisposti i rimborsi spese agli arbitri di rugby.

Occorre precisare che di rimborsi si tratta, poiché nella gran parte dei casi – ed in particolare per gli arbitri regionali – quella che viene definita “diaria” risulta appena sufficiente a rimborsare le spese sostenute per recarsi sui campi da gioco.
Si tratta infatti di spese vive, che gli arbitri anticipano per andare a svolgere la loro funzione, che debbono essere coperte con un gettone fisso, indipendente dalla distanza percorsa.

Lo studio copre le annate dal 2011 al 2017, poiché il dato per la stagione 2017-2018 non è ancora attendibile, e rappresenta una media nazionale, che tiene debitamente conto di casi estremamente positivi e negativi.

Nei grafici sono riportate le tempistiche medie di liquidazione (in giorni) a partire dalla data della prestazione. Sono state separate le prestazioni di competenza dei comitati regionali da quelle nazionali (dalla C1 in su).

Si nota immediatamente l’aumento delle tempistiche. Le categorie nazionali, inizialmente liquidate in 34 giorni, hanno più che raddoppiato il tempo di attesa. Analogo discorso per i regionali, passati da 60 giorni a 100: quasi tre mesi e mezzo, in media.

Oltre al tempo medio intercorrente tra prestazione e rimborso delle spese sostenute, c’è un altro dato importante, che spiega la percezione di abbandono fortemente sentita a livello regionale.

Ciò che si registra è anche un enorme aumento della variabilità di questi dati (valutata semplicemente tramite deviazione standard), visibile nel grafico, ed indicata in tabella. Si è passati da 16 giorni di variabilità per i nazionali (10 per i regionali) a quasi 80. Un esempio, per capire la situazione. Una prestazione regionale, nel 2011/2012, veniva liquidata da 50 a 70 giorni dopo. Attualmente, il rimborso può arrivare il mese successivo o sei mesi dopo. Tradotto in termini semplici: la tempistica media, oltre che allungarsi, è divenuta inattendibile.

La variabilità ha un peso notevole a tutti i livelli. Specialmente gli arbitri più giovani si trovano a dover anticipare con i propri mezzi – o talvolta chiedendo il supporto della propria famiglia – le spese di viaggio, che possono divenire rilevanti. Molti giovani U25, infatti, già appartengono alle categorie nazionali e debbono affrontare trasferte sull’intero suolo nazionale, con costi complessivi che, cumulandosi, possono arrivare ad alcune migliaia di euro. Essi vengono restituiti mesi dopo, senza interessi, né commissioni di scoperto, e senza date di rientro attendibili.

Come anticipato, i dati per il 2017/2018 sono parziali e, pertanto, non sono stati inclusi nello studio. Tuttavia, dalle informazioni che giungono da tutte le regioni italiane, si evince che gli arbitri ad oggi registrano un’esposizione fino all’80% delle gare sinora svolte a livello nazionale – ossia solo una su cinque è stata rimborsata – da inizio stagione sportiva, che supera il 90% a livello regionale.

L’attività arbitrale, sostanzialmente, è svolta grazie al finanziamento anticipato degli arbitri stessi. I quali, pazientemente, talvolta accusati di pensare più al denaro che al Rugby, scendono in campo ed arbitrano al meglio delle proprie possibilità. Comunque.

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